Todi: backstage in cucina.

di Camilli Leonardo e Cottu Emanuele

I ringraziamenti e i complimenti per la serata e il comportamento professionale tenuto, in occasione della cena di gala per i 150 anni dell’Istituto Agrario di Todi, sono la sintesi del consenso unanime attorno al lavoro svolto e che ci hanno ripagato di tanto impegno e fatica. Il 5 maggio, sera della cena, è stato preceduto da due intense giornate passate nei laboratori dell’Ipssart “G. De Carolis” per avviare i piatti e, in mattinata, dalla partenza a Todi per rifinire i piatti. Appena arrivati al convitto dell’ Istituto Agrario, noi di cucina abbiamo subito seguito le direttive dei professori Caroli e Passerini suddividendoci in ruoli, per portare avanti il lavoro nei diversi settori di pasticceria, preparazione finger food-antipasti, primi, secondi. All’inizio tanto era il movimento, il via vai per le cose da scaricare provenienti da Spoleto che sembrava impossibile essere nei tempi, ma poi, ognuno al proprio posto e con tanto lavoro, piano piano, i piatti hanno iniziato a prendere forma e, alle 17, tutto era pronto per essere trasportato a palazzo Cesi, la sede vescovile situata in piazza del Popolo, una delle più belle dell’Umbria. Lì, erano già al lavoro i nostri compagni addetti all’accoglienza turistica e quelli addetti alla sala che, seguendo le direttive dei professori Di Curzio, Maestrini e Testaguzza, stavano allestendo la sala in modo ammirevole, curando ogni dettaglio. Noi di cucina, ci siamo posizionati nelle “retrovie” per preparare i piatti da far uscire. Alle 19,30 è iniziato il servizio, tutto si è svolto in modo ordinato e sistematico, tanto che si è sciolta la tensione iniziale, anche perché abbiamo lavorato in armonia con la sala e, di pietanza in pietanza, era chiaro il consenso degli invitati. Finita la cena, per tutti noi non è finito il lavoro, infatti , con l’aiuto degli assistenti tecnici, abbiamo risistemato tutto. In occasione di queste esercitazioni speciali, si imparano sempre nuove cose, si è molto più responsabili e si fa lavoro di squadra. Il vedere il gradimento, il conoscere nuovi posti, lavorare in palazzi pieni di storia ripaga della fatica fatta e dà la misura di una professione, quella del cuoco, tra tecnica e creatività.

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