C’è grana e grana….

“A scuola di cucina con Grana Padano” ecco la lezione a cui hanno assistito tutte le classi V ristorazione, il 18 aprile, presso l’Aula Magna dell’Ipssart ” G. De Carolis”. Il rappresentante del Consorzio “Tutela Grana Padano” ci ha illustrato la tecnica di produzione, una tecnica che ha novecento anni di storia alle spalle e trova nell’abbazia di Chiravalle il primo centro di produzione. Ai monaci si deve la messa a punto della “ricetta” del Grana Padano, come espediente per la conservazione dell’eccedenza di latte. Il nome Grana deriva dalla struttura granulare del formaggio e, nel corso della storia, lo si trova sia sulla tavola dei poveri sia su quella raffinata delle corti del Rinascimento padano. Una volta storicizzato il Grana, si è passati ad analizzare i vari tipi di stagionatura che vanno dai 12 agli oltre 16 mesi, fino ad arrivare alla Riserva che spetta solo dopo 20 mesi di stagionatura. Siamo, quindi, passati ad effettuare una vera e propria degustazione: visiva, olfattiva e gustativa. Ci sono state quindi elencate le 7 diverse famiglie di appartenenza a cui si possono ricondurre le forme: fruttato, floreale, lattico, tostato, vegetale, speziale, animale. A livello visivo vanno colte le differenze di colore e di struttura, mentre con l’olfatto si associa ad ogni scaglia la famiglia corrispondente. Solo con l’esame gustativo si inserisce il formaggio Grana in uno dei sette gruppi. La lezione ‘monografica’ sul Grana ci ha fatto conoscere tanti aspetti di un alimento così diffuso. Alle lezione, inoltre, si lega l’VIII edizione del concorso ” Diventa una stella con Grana Padano” che prevede l’ideazione di una ricetta per la realizzazione di una pasta fresca ripiena, interpretandola in modo originale. Ogni studente, oltre alla ricetta, deve indicare i valori nutritivi, cioè unire la parte laboratoriale con quella di Scienza dell’Alimentazione e, soprattutto, non confondere il Grana con altri… parenti. ( a cura della classe V B Rist.)

I commenti sono chiusi.