Domeniche alla Manna D’Oro

Prosegue per le alunne e gli alunni del Corso Turistico lo stage iniziato da qualche settimana presso la Chiesa della Manna D’Oro, organizzato grazie alla collaborazione tra la nostra scuola e la Pro- Loco “A. Busetti” di Spoleto.

Tutti i sabato pomeriggio e la domenica, due allievi del Corso Turistico garantiscono l’apertura della Chiesa della Manna D’Oro, in piazza Duomo, permettendo così ai visitatori di ammirare l’interno dell’edificio con le sue opere d’arte e di visionare la mostra ivi ospitata, dedicata a “Spoleto città aperta all’uomo”, che fornisce informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori relativi ai parcheggi e alla mobilità alternativa, che, una volta ultimati, permetteranno agevolmente a cittadini e turisti di raggiungere il centro storico di Spoleto facendo a meno dell’automobile.

Chiesa della Manna D’Oro

La chiesa di Santa Maria della Manna D’Oro fu eretta per iniziativa ed a spese del Comune di Spoleto in segno di ringraziamento alla Vergine, alla cui protezione si attribuiva l’incolumità della città nei famosi avvenimenti del 1527, culminati nel sacco di Roma. I lavori di costruzione, intrapresi nel 1528, non furono portati a compimento e nel 1577 si stipulava un contratto con Geronimo da Cagli, maestro intagliatore, che doveva condurre avanti l’opera nell’interno. Neanche allora la fabbrica potè essere portata a termine, perché lo stato attuale dell’interno è il risultato di nuovi lavori conclusi nel 1681.

All’esterno, la parte inferiore a pianta rettangolare deve riferirsi alla prima fase della costruzione, subito dopo il 1528: nei tre lati, interamente in pietra concia, i brevi risalti delle cornici e delle lesene incidono le semplici stesure delle superfici con eletta proporzione; è un’architettura limpida e disadorna, di cui non conosciamo l’artefice, anche se non possiamo fare a meno di  notare che essa, così lontana dalla fiorita esuberanza del portico di Ambrogio da Milano, ha molte concordanze con la cella campanaria del Duomo, compiuta solo pochi anni avanti dal luganese Cione di Taddeo. Il sovrastante tamburo ottagonale sembra più tardo e presenta segni evidenti di incompiutezza.

L’interno, un ottagono, con presbiterio absidato e quattro lati incavati da nicchie, ci appare oggi nel piacevole aspetto tardo seicentesco. Al centro, il grande Fonte battesimale, proveniente dal Duomo: è opera della prima metà del Cinquecento ed è ornato da otto bassorilievi con storie di Cristo di vivace carattere popolaresco.

Da L’Umbria- Materiali per il territorio, Ed. industria, Roma 1978

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